E’ stata un’esperienza davvero divertente! Circa 60 ospiti nell’arco di tre appuntamenti, dalla mattina al tardo pomeriggio. Il luogo deputato agli incontri era DolceCasa Cameo a Desenzano, il salotto buono di questa storica azienda, dove accolgono anche scolaresche in visita e ospiti graditi. Un posto incredibilmente funzionale e bello per conoscere ancora meglio i prodotti di casa cameo, ottimo per eventi e degustazioni, dotato di un enorme tavolo di lavoro e cucina perfettamente attrezzata. Complimenti davvero.
Ecco le ricette trascritte delle torte che abbiamo proposto
1937 TORTA ELETTRA
(dedicata alla nave Elettra di Guglielmo Marconi)
Montare per bene 6 uova intere con gr. 15o di zucchero in polvere, scaldare leggermente e quindi continuare a battere sino al raffreddamento. Unire poscia, amalgamando, gr. 180 farina e gr. 200 burro liquefatto. Profumare con un pizzico di vaniglia. La torta andrà poi farcita con zabaione al rhum; imbeverla di liquore (quale rhum o cognac, misto a liquore più delicato).
Mettervi a mo’ di contorno nocciole tostate. Sopra spolverarla con zucchero a velo e servendosi di un cartoncino con ritagliato il disegno di un’ancora, sprazzi di scintille elettriche ed il nome “Elettra” spolverare la superficie con cacao in polvere perché ne resti impresso il disegno sulla superficie spolverizzata di zucchero.
1937 CHISCIA DI CILIEGE ALLA BACIAMELLA
“impastate 300 gr. di farina con 100 gr. di burro ed altrettanto zucchero, un uovo, grattata di limone e 4 o 5 cucchiai di latte. Lasciate riposare ½ ora. Formate un disco di pasta dello spessore di ½ centimetro, rivestite l’interno di uno stampo liscio, basso e unto oppure rialzate l’orlo del disco per circa tre dita all’intorno; ponete questo cerchio rialzato su teglietta unta. Frullate 3 tuorli con 4 cucchiai di zucchero, unitevi 3 cucchiai di farina e stemperate il tutto con circa ½ litro di buon latte. Avrete snocciolate 300 grammi di ciliegie, collocatele sul fondo della torta e versatevi sopra la crema cruda; poi avanzate subito in forno ben caldo. Cuocete per 40 minuti. Servitela calda spolverizzata con zucchero impalpabile alla vaniglia.
1937 BODINO MARMORIZZATO
(dell’abbonata Maria Franzoni)
Prima Di Iniziare Il Solito Bodino Di Cioccolata Oramai Comunissimo, Si Prepara Una Besemella Non Troppo Soda E Con Non Più Di Un Quarto Di Latte. Nel Farla Addolcirete Con Un Cucchiaio Di Zucchero Dandole Il Sapore Della Vaniglia, Se Piace; Stendetela Su Un Piatto O Sul Marmo, Spruzzatela Sopra Di Alchermes Che Si Veda Bene Le Gocce Rosse Sul Bianco, E Lasciatela Freddare. Intanto Con Un Litro Di Latte, 200 Gr. Di Cioccolata In Polvere Dolce, 100 Di Zucchero, 50 Di Colla Di Pesce. Come Già sapete questo bodino si incorpora tutto a freddo meno il burro e la colla di pesce che si aggiunge quando bolle badando di girarlo sempre con un cucchiaio di legno. Intanto dopo freddata avrete tagliata a striscioline la besemella e la incorporerete nel cioccolato adagio, adagio; indi questo composto lo verserete in uno stampo scanellato, unto prima leggermente di olio, metterlo tre ore in luogo freddo; bello servito sparso sopra panna montata, e giro giro qualche biscottino di bella forma.
1932 IL DOLCE DEL CONTINENTE NERO
(di Arnaldo Cipolla, giornalista ed esploratore)
Questa volta si tratta di un dolce che si può improvvisare in pochi minuti e che fa una gran figura. L’ho veduto confezionare da un cuoco negro, in una “rest-house” sulla pista da Nairobi al Tanganica due anni fa. Si affetta del pan di di Spagna tanto da poterne foderare una forma piuttosto alta (quel diavolo negro viaggiava con la forma nella cassetta della cucina: viaggio automobilistico, s’intende). Badare di disporre le fette non accostate ma un poco accavallate una sull’altra. Aver cura di immergere una fetta nell’ alchermes e una nel rhum, alternativamente. Questo per l’estetica, perché quando il bodino verrà rovesciato sul piatto risulterà a righe rosa e crème di bellissimo effetto, intercalate da righe scure della crosta del pan di Spagna. Nell’interno si può mettere della panna montata cosparsa di zucchero vainigliato oppure riempirlo di frutta cotta o in scatola: pere, pesche, mele, prugne ecc., naturalmente zuccherate. Si lascia amalgamare il tutto per un quarto d’ora e quindi si rovescia su un vassoio e si serve.
1938 TORTA PARADISO
A richiesta di varie abbonate
La riuscita di questa torta, rinomata specialità di Pavia, si basa sulla perfetta lavorazione del burro con lo zucchero. Le dosi sono queste: 500 grammi di zucchero al velo; 500 grammi di burro, 250 grammi di farina finissima da dolci e 250 grammi di fecola di patate mischiate assieme; 6 uova intere e sei rossi, e la scorza grattugiata di due limoni di giardino. Ed ecco il procedimento. Con un cucchiaio di legno lavorare il burro in una terrina fino a che non se ne sia ottenuta una massa soffice come la panna montata. Mischiarvi allora a piccole dosi lo zucchero, sempre girando col mestolo, e poi, a cucchiaiate, le uova dopo averle sbattute insieme coi rossi con lo sbattiuova o col frullino. L’essenziale è che ogni cucchiaiata sia amalgamata con lo zucchero ed il burro prima che ne sia aggiunta un’altra. Unire poi col resto, pian piano e con delicatezza, le due farine mischiate insieme. Aggiungere la scorza grattugiata, quindi rovesciare il composto in una teglia unta di burro e spolverizzata di fecola di patate, e infornare a calore moderato. Si avverte che la teglia, di un diametro non inferiore a trentadue centimetri, deve essere riempita solo per due terzi.
1931 TORTA ORIENTALE DI DATTERI
(abbonata Anita Del Campo)
Si fa da prima, in fretta, una pasta frolla con grammi 100 di farina, gr. 50 burro, gr.50 zucchero e 2 tuorli. Si spiana detta pasta col matterello, e darle la forma rotonda e la grandezza della tortiera, e si cuoce al forno, da sola. Indi si prepara la seguente torta che, a cottura ultimata, verrà sovrapposta al piatto di pasta frolla. Alla neve di 7 chiare d’uovo unire grammi 300 di zucchero, gr. 300 mandorle macinate, grammi 300 datteri pesati col nocciolo e tagliati a striscioline e 100 grammi di cedro candito, pure tagliato a striscioline. Si mescola bene il tutto e si cuoce a forno moderato, nella tortiera adoperata per la pasta frolla (o una uguale) e foderata di carta imburrata. Il giorno seguente o, avendo fretta anche quand’è fredda, si copre la torta con la seguente miscela: grammi 150 di zucchero vanigliato al quale si uniscono due cucchiai di acqua fredda. Si riscalda un po’ al forno, sempre rimestando, Quando la miscela è liquida e trasparente si versa su la torta, coprendola interamente. Abbellire la torta con graziosi disegni ornamentali formati da strisce e dischi di datteri, cedro e mandorle sbucciate o confetti. Indi si pone la torta dapprima nel forno tiepido, poi all’aria.
Grazie a Michela Mosoni, chef de LCI e insegnante alla scuola alberghiera di Stresa per aver saputo spiegare le fasi delle preparazioni e svelato trucchetti utili a noi massaie. Grazie a Caterina e Linda di LCI per il supporto tecnico/alcoolico.
Foto e video dell’evento a cura di Susanna Tadiello.
Prossima tappa di Massaie in tour fra due settimane alla Biennale del Gusto di Venezia. Ma questo ve lo racconto domani.