No, non sto facendo pubblicità. No, non mi hanno recapitato a casa pacchi e pacchi di farfalle B. Ma scusate, non è meravigliosa questa pubblicità?! Fin dal primo numero del 1929, i fratelli B. di San Sepolcro occuparono pagine intere del giornale La Cucina Italiana con queste meravigliose pubblicità. Essendo LCI l’unico mensile di ricette all’epoca, era normale che presenziassero suoi paginoni del mensile buona parte delle aziende dell’agroalimentare italiano. Si trovano delle vere chicche.
La più particolare è senza dubbio quella della scatola di cottura: spaghetti al sugo già pronti. Anno 1930. A prova di deficiente, andava messa in acqua bollente per 12 minuti, aperta, amalgamata col sugo e mangiata. Impossibile toppare, impossibile scuocere. Mi rimane il dubbio di quale potesse essere il gusto…
Ottima per escursioni e partite di caccia (!), ma anche fra le mura domestiche. Poteva cucinarli anche il maschio alfa di casa. Non credo che abbia avuto un gran successo di vendite, prova ne è che non se ne è più saputo niente. Pochi giorni fa ho contattato la Buitoni (che nel frattempo è stata comprata dalla Nestlè) per chiedere se esistesse qualche reperto storico della suddetta scatola di cottura. Il gentile addetto alle risposte mi ha detto che non ne sa niente. Non ci sono foto né video a testimonianza della vita in commercio di questo prodotto. Che peccato… Hanno fatto la storia… e non hanno nemmeno una foto, una prova, un pacchetto vuoto, un ricordo, un ****o di aneddoto da riportare.
Forse dovrei rivolgermi alla famiglia Buitoni, che, almeno per come la penso io, dovrebbe avere un caveau con tutto quello che riguarda la storia della loro azienda.
Sono un’inguaribile sentimentale, lo so. Se qualcuno di voi conosce il signor B., provi ad accennarglielo… non si sa mai.