Voilà, la ricetta di aprile da La cucina italiana della rubrica Ieri e oggi.
Oltre alla bontà, ai colori, alla stagionalità, alla salubrità di questa semplice ricettina, c’è la presenza di uno dei più simpatici e capaci artisti di inizio ‘900: Ettore Petrolini, per gli amici Gastone…
Ettore Petrolini è stato uno dei più importanti esponenti della rivista, dell’avanspettacolo e del varietà d’inizio ‘900, generi teatrali molto in voga a quel tempo. In quell’aprile 1930, Petrolini era al culmine del successo e, come racconta nell’intervista, recitava al teatro Quirino nella piéce di Sacha Guitry, L’illusionista, di lì a poco sarebbe stato insignito del titolo di Grande Ufficiale della Corona d’Italia e avrebbe partecipato al suo primo film sonoro, Nerone, con la regia di Alessandro Blasetti. Gli ingredienti della sua comicità erano il gusto per il grottesco e l’affabulazione, lo straordinario estro scenico e il sarcasmo tagliente, riuniti in personaggi come il carismatico Gastone o il dadaista Fortunello, amato dai coevi artisti futuristi per il suo linguaggio illogico e martellante in pieno stile marinettiano. Il padre del Movimento Futurista, F. T. Marinetti, era anche fra i membri del Comitato di degustazione, l’organo creato alla nascita de La cucina italiana per valutare la bontà dei prodotti in commercio, composto da illustri personalità, artisti ed intellettuali del tempo. Una rete di personaggi importanti, tutti amici dell’editore Notari, che continua nella rubrica La tavola dei buongustai, destinata ad ospitare le ricette di ospiti prestigiosi, dove troviamo la Panzanella petroliniana. Giusto un mese dopo, nel numero di maggio, Marinetti fece pubblicare su La cucina italiana il primo Manifesto della cucina futurista di Jules Maincave del 1914, dal quale prese spunto per redigere la versione definitiva del Manifesto, che vide la luce nel gennaio del ’31. La semplicità – e bontà- della panzanella è lontana anni luce dai diktat della cucina futurista. Per nostra fortuna, la sperimentazione e l’ardimento, Petrolini, li metteva solo nella sua arte.
La ricetta originale
Nel camerino di Ettore Petrolini al Quirino di Roma:
Una ricetta per La Cucina Italiana? Macché ricette? Una pagnotta rotta in due sulle ginocchia. A uno l’ala, all’altro la coscia. Eh!, già, perché anche quando si mangia la gallina s’ha da esse in due: io e la gallina.
– Sempre genialmente canzonatorio il nostro grande Petrolini! Ma La cucina Italiana ammette il condimento dello spirito soltanto… in aggiunta agli altri condimenti! Io chiedevo una ricetta vera e propria; non una deliziosa “scemenza”.
– E allora, lasciando gli scherzi, ecco, come buon romano, la ricetta vera che vi posso dare, da leccarsi le dita:
Da una pagnotta casareccia un po’ mollicosa, si tagliano fette non tanto piccole. S’azzuppano nell’acqua fredda e si mettono, appena un po’ zuppe, una accanto all’altra in un piatto un po’ fondo. Si condiscono con sale, olio, aceto e pepe e con qualche foglietta di basilico fresco. Rivotarle sottosopra dopo un cinque minuti e ricondirle perché cosi ci resta un po’ di sughetto. – ETTORE PETROLINI