Eccovi l’articolo e la ricetta delle Massaie moderne dal numero di aprile de La Cucina Italiana: le UOVA ALLA ROSSINI, 1956.
Da questo numero, la nostra rubrica ha variato il suo nome in “Ieri e oggi“, mantenendo però inalterata la sua funzione originaria: scavare nell’archivio storico del giornale di ricette più longevo del nostro Paese per riportare in vita i piatti più curiosi e significativi, i gusti e i personaggi persi nel tempo.
Samanta
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Difficile ma non impossibile, questo uovo alla Rossini, per massaie esperte o audaci sperimentatrici. Ci vuol delicatezza, uova piccole e tatto. La pasta sfoglia non si deve scaldare troppo e la chiusura dell’involucro dev’essere rapida e decisa, ma estremamente delicata. Di sicura riuscita, invece, è l’amalgama dei gusti, fra pasta sfoglia, uova, patè e besciamella: un tripudio di grassi e proteine perfetto per una festa comandata. Buono davvero.
E’ un numero davvero ricco, questo di aprile ’56, con tante uova diversamente ripiene, colorate, infarcite, e agnelli e sformati ricchi di ogni bendiddio, come voleva il tempo. Una pasqua idealmente abbondante per un’Italia che cominciava a percepire il benessere del miracolo economico. Era anche l’anno dell’affondamento dell’Andrea Doria, della tragedia nella miniera di Marcinelle, dell’Oscar come miglior attrice ad Anna Magnani per La rosa tatuata, del matrimonio fra Grace Kelly e il principe di Montecarlo, del successo mondiale di Elvis Presley. Per prepararsi meglio al futuro, male non fa guardare al passato. Ecco allora che una ricetta come l’uovo alla Rossini torna utile per mettere dei punti fermi, imprescindibili, della nostra storia culinaria. Strano che nella ricetta non compaia una grattatina di tartufo (magari di Acqualagna), ingrediente amatissimo dal grande Gioacchino Rossini (Pesaro 1792-Parigi 1868), ricordato ancora oggi per il suo genio operistico e la sfrenata passione per il buon cibo (tartufo e foie gras come se piovesse). Maccheroni, insalate, tournedos “alla Rossini”: a146 anni dalla sua morte troviamo ancora, sopratutto sul web, diversi piatti dedicati al compositore del Barbiere di Siviglia da grandi chef francesi o da lui stesso creati, e non di rado si incappa in aneddoti che riguardano la sua vita ai fornelli o l’attitudine innata all’argomento cibo.
“Non conosco un’occupazione migliore del mangiare, cioè, del mangiare veramente. L’appetito è per lo stomaco quello che l’amore è per il cuore. Lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni”