1939 BREVIARIO DELLA FELICITÀ DOMESTICA

 L’ archeologia culinaria miete vittime, mie care massaie! Da quando ho fatto scoprire alla mia amica Manu le gioie dell’archivio storico de La cucina italiana, non riusciamo a parlare d’altro. Avviluppata, rapita, persa. E allora, perché non approfittarne spudoratamente e proporle di approfondire qualche articolo, di rispolverare qualche consiglio autarchico, di polemizzare (la sua vis polemica brilla di luce propria, e io l’adoro) con qualche punto di vista d’antan. Benvenuta fra le massaie moderne, cara Manuela. 

Sami

Il breviario della felicità domestica: cosa mai consiglierà La Cucina Italiana alle massaie nel settembre del 1939, appena un anno prima dell’entrata in guerra dell’Italia?

La rubrica inizia solidarizzando con la donna e il faticoso lavoro che deve affrontare quotidianamente dentro le mura di casa, racconta che è normale essere appesantite dalla mole di lavoro, i figli, l’economia domestica, ecc. Tutti questi elementi protratti nel tempo farebbero perdere lucidità nell’affrontare le mancanze del marito, a tutte le donne! E qui ci appare subito il ritratto-cliché della famiglia media.

Ma a parte la scontatezza dei ruoli maschili e femminili dell’epoca, la cosa che più mi ha attratto sono i consigli dispensati a quelle donne stanche, frustrate e palesemente CORNUTE, costrette a mandar giù l’amara vita senza possibilità di replica. Si parla (male) di quelle reazioni piagnucolose, ricche di rabbia e minacce che le donne sarebbero solite avere quando il marito è (diciamo) “assente” da casa un po’ troppo spesso, reazioni queste che fanno solo crollare l’armonia familiare.

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Ma non è questo che le donne italiane vogliono veramente!

In fondo se lui ha l’amante ce l’ha a prescindere dal tuo stato umorale!

Allora si consiglia di tenere duro, anzi sforzarsi di ignorare le “scappatelle” e provare a riguardarsi: ordine, pulizia, cucina…

Rimanere concentrate nell’avere cura del proprio aspetto e della propria dimora, imparare l’arte culinaria per compiacere il marito e allevare i figli affinchè siano amorevoli con il padre… allora sì che la famiglia sarà felice!

Una cosa è certa, se la famiglia non è un’ “oasi morale” è perché la donna si lamenta. (ti fanno pure sentire in colpa!!!)

Alla fine ti accorgi che tutto l’articolo in realtà non è incentrato sulla donna, ma sul benessere dell’uomo!

Per fortuna leggere oggi un articolo così suona come un disco stonato.

Dulcis in fundo nello stesso numero appare in un piccolo trafiletto, un annuncio:

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…sarà mica stata brutta brutta?

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@LaManu