1931 UOVA FINTE PER DOLCE

“Aiutante offresi” era l’oggetto della mail che Tamara mi ha spedito qualche mese fa.

Ciao Samanta,
mi chiamo Tamara, 31 anni e abito a Varese. Trovare il tuo sito e’ stata per me una sorpresa piacevolissima. Sono laureata in beni culturali, archivistici e biblioteconomici, reinventata pasticciera per seguire una passione incontenibile e foodblogger per non farci mancare nulla (baketherapy.it)
Da qualche tempo pensavo a come mi sarebbe piaciuto unire questi due aspetti della mia vita, pensavo ad archivi di ricette da scoprire e già mi brillavano gli occhi. 
… Se ti sentissi sola tra tutte quelle vecchie e splendide ricette/riviste/meraviglie sappi che sono pronta a farti da aiutante!
Detto, fatto.
Fra le ricette che le ho proposto, Tamara ha scelto le non semplici uova dolci ripiene di uova immerse in crema dolce di uova. Un lavoraccio per mente, mani e fegato.
Da consumarsi previa visita medica da diabetologo.
E’ tratta dal numero del gennaio 1931 de La cucina italiana, scovata fra le tante ricette blasonate della rubrica “La tavola dei buongustai”.
Questa la prima pagina
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e questa la pagina della rubrica in questione, in questo numero dedicata alle dame dell’aristocrazia italiana,  “un’eletta schiera di patrizie”, come recita il prologo del servizio,  ottime padrone di casa e regine dei fornelli.
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Questa sotto, invece, è la stupenda pagina dedicata alla nuova e fiammante declinazione futurista marinettiana, la cucina, corredata di ridanciana vignetta, una lieve presa in giro dei gusti (discutibili e bizzarri) in voga fra gli adepti del futurismo.
Il Manifesto della cucina futurista fu pubblicato giusto un mese prima sul quotidiano torinese “La Gazzetta del popolo“, ma nel maggio del 1930, Marinetti fece pubblicare su La cucina italiana la bozza del MCF di Jules Maincave, il cuoco francese suo amico, morto durante la prima guerra mondiale.
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 Per tornare alla nostra ricetta, la contessa Clelia Brigante Colonna era la moglie del giornalista Gustavo Brigante Colonna Angelini, ex segretario del Ministero della Guerra, sottotenente di artiglieria durante la prima guerra mondiale. Congedato col grado di capitano, si dedicò al lavoro di giornalista, collaborando con il Messaggero e il Giornale d’Italia.
Eccoli assieme in una simpatica foto Gettyimages del 1940.

 

E’ il momento di lasciare lo spazio a Tamara, al resoconto della sua prima ricetta da Massaia Moderna e alle temibili Uova finte per dolce.

Samanta

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In tutto e per tutto uguali a quelle vere, in realtà sono un mix tra un budino al rum e l’ovetto sbattuto con lo zucchero della nonna.

In apparenza questo dolce è di una banalità disarmante… e in effetti gli ingredienti lo sono, ma il rapporto che avete con i gusci d’uovo cambierà irrimediabilmente.

Io non partivo avvantaggiata, per me levare il guscio dall’uovo sodo è causa di forte stress e malessere fisico. Ignara, mi sono lanciata nella peripezia dello “svuotare le uova, lavarle e farle asciugare”, come da ricetta originale.

Mi sono sentita una deturpatrice di uova, picchiettando la malcapitata con un coltello prima, e con il retro di un mestolo poi. Lavaggio e asciugatura sono stati una passeggiata.

Il vero momento topico è stato il togliere il guscio: mi raccomando CONGELATE l’uovo, altrimenti vi ritroverete con un budino molliccio e spappolato tra le mani.

Tutte queste peripezie sono state però gratificate da un dolce morbido, profumato e delicato, molto particolare e inusuale, da presentare fieramente.

La lotta contro il malefico guscio è stata vinta!

 

LA RICETTA

Ingredienti per 6 uova:

6 gusci d’uovo

500 ml di latte

3 cucchiai rasi di farina

4 cucchiai rasi di zucchero

2 cucchiai di rum

4 uova

2 cucchiai di zucchero

Preparare i gusci il giorno prima, praticando un foro nella parte bassa dell’uovo e facendone uscire albume e tuorlo. Fare un’apertura abbastanza grande, in modo da poter inserire il finto tuorlo successivamente (1,5 cm circa).

Lavare bene l’interno e far seccare sopra il calorifero, nel forno o comunque vicino ad una fonte di calore.

Preparare il tuorli facendo bollire le uova per 7 minuti. Una volta fatte raffreddare, passare al colino i tuorli e unirvi lo zucchero. Amalgamare bene e formare delle palline di circa 1cm di diametro.

Preparare la crema al latte mescolando tutti gli ingredienti in un pentolino.

Vi consiglio di iniziare con farina e zucchero e poi aggiungere il latte poco per volta, in modo da non fare grumi.

Far sobbollire per circa 15 minuti (per i primi 10 minuti rimarrà liquida, ma non fatevi prendere dallo sconforto…si addenserà solo alla fine!) e, ancora calda, versarla nei gusci. Riempirne solo metà, inserire il tuorlo e poi finire con la crema.

Riempire una ciotola con del riso, appoggirtvi le uova e far raffreddare in frigorifero per almeno un paio d’ore.

La ricetta originale prevede che e uova vengano servite con dello zabaione. Io non amo particolarmente i dolci troppo alcolici, e visto che nella crema al latte il sapore del rum è molto deciso, ho preferito ammorbidire i toni usando una crema inglese al posto dello zabaione.

Crema inglese

Scaldare in un pentolino 500ml di latte con i semi di mezza bacca di vaniglia. Sbattere con una frusta 3 tuorli, 3 cucchiai di zucchero e 20 gr di maizena. Una volta che saranno chiari e spumosi aggiungervi il latte. Versare nuovamente nel pentolino e cuocere a fuoco lento per circa 10 minuti.

Zabaione

Montare 5 tuorli con 150 gr di zucchero e 25 gr di farina. Passare ad una cottura a bagno maria posizionando la ciotola sopra una pentola di acqua che sobbolle e aggiungere del vino liquoroso (125 ml) continuando a montare per 5 minuti.

Versare nelle tazze e terminare con l’uovo tagliato a metà.

 

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Foto e realizzazione www.baketherapy.it