Questa è una di quelle ricette storiche che mi colpiscono dritte dritte al cuore.
Perché quando trovo un piatto di quel tempo che parla della mia terra, il bellunese, mi commuovo preventivamente, ancor prima di sperimentarla o assaggiarla. Ancor prima di leggerla.
Questa poi è intitolata a una vera e propria istituzione del nostro territorio: la birra (e birreria) Pedavena.
La Costata di manzo alla Pedavena è ora anche nel numero in edicola de La cucina italiana, in tutta la sua bontà.
La Birreria (il locale con ristorante costruito a fianco della fabbrica, da sempre frequentatissimo) e il suo parco, che una volta conteneva anche lo zoo, erano la meta preferita delle famiglie bellunesi con figli piccoli durante buona parte del secolo scorso. Io ci sono stata tante volte da piccola e ho continuato ad andarci da grande, per allegre serate di musica e birra.
La fabbrica, costruita nel 1987, è di una bellezza raffinata, tipica di quei tempi. Se volete scoprire di più sulla storia della Fabbrica e della Birreria, cliccate qui e qui.
Ecco la rubrica Ieri e Oggi di ottobre
La cucina italiana era nata da pochi mesi e già contava schiere di fedeli abbonate, nonostante il costo annuo di 5 lire. Questo successo lo si doveva anche alla presenza delle ricette firmate dai cuochi più titolati d’Italia, chiamati a raccolta dal capo-cuoco del Re, Amedeo Pettini, chef star e collaboratore della prima ora. Andrea Vergani, il cuoco del Royal hotel San Marco di Ravenna che firmò la ricetta della costata alla birra, era uno di questi.
Con lo slogan “Chi beve birra campa 100 anni” si promuoveva il consumo di birra anche nei piatti e non fu casuale la scelta di Vergani di usare l’italianissima Pedavena, la birra delle Dolomiti, la più amata e venduta, creata da un’azienda che autoproduceva tutte le materie prime necessarie, in linea con i dettami del regime fascista.
L’azienda era stata fondata dai fratelli Luciani nel 1897 a Pedavena, in provincia di Belluno, il posto giusto per sfruttare l’acqua pura dei torrenti dolomitici e il passaggio dei turisti che di lì transitavano per raggiungere le mete di vacanza.
Dai 1000 ettolitri prodotti nel primo anno ai 90000 degli anni ’20, in un crescendo costante, interrotto solo temporaneamente dalla Grande Guerra, quando gli austriaci requisirono i macchinari a scopo bellico.
La Pedavena, ancora oggi una vera istituzione per i bellunesi, tornò alla ribalta delle cronache nel 2004, quando la Heineken, proprietaria dal ’74, annunciò la chiusura dello stabilimento, scatenando un’insurrezione popolare e una poderosa raccolta di firme per salvare la fabbrica. La Castello Spa la acquistò nel 2006, rilanciando la produzione a pieno ritmo.
Un’epopea industriale a lieto fine, con il record di produzione nel 2016 di 400 mila ettolitri di birra, a proprio nome e per la grande distribuzione.
La pagina iniziale del numero di ottobre 1930
Qui sotto, la pagina dove si trova la ricetta della costata. L’articolo di fianco, intitolato Il “Novecento” in cucina è firmato da Massimo Bontempelli, fondatore del Novecentismo.
Nella storia della letteratura, nome di un movimento letterario sorto attorno alla rivista «’900» fondata da M. Bontempelli (pubblicata negli anni 1926-29), che, all’insegna del «realismo magico», propugnò, di contro al naturalismo, allo psicologismo, all’estetismo della letteratura e dello spirito europei dell’ultimo ’800, il culto dell’immaginazione, dell’avventura, dell’intelligenza dominatrici della realtà e creatrici di nuovi miti.
Se aguzzate un po’ la vista (ma potete sfogliarlo qui molto più comodamente), vedrete anche una serie di ricette firmate da personaggi importanti, come la Zuppa d’aragosta di Margherita Sarfatti (biografa e amante del Duce), la Gransevola e la Bagna cauda di Carlo Carrà e la simpatica ricetta di Mario Sironi, che vi riporto. I due grandi pittori facevano parte del gruppo di artisti futuristi capeggiato da F.T. Marinetti, molto legato a La Cucina Italiana.
Pronto? pronto? pr..
Si, prontissimo, Sironi e…
io.. sa, la ricetta occorrerebbe subito. La Cucina Italiana… è già nei fornelli delle officine.
Ma eccola, a vista!
Detti pure
Una tazza di latte… non pastorizzato.
Continui.
Ho finito…
E’ tutto?
Le par poco? Arrivederci.
Ecco a voi la famiglia Luciani, fondatori della Fabbrica di birra Pedavena
La fabbrica a inizio ‘900
La meravigliosa Sala cottura.
Alcuni scorci della Birreria e la Sala degli elefanti.
E per finire, alcune pubblicità della Pedavena. Questa qui sotto è firmata (almeno ufficialmente) da Marcello Dudovich, forse il più famoso disegnatore pubblicitario di quel tempo, molto amico di Carrà, Sironi e Marinetti e legato a doppio filo con Pedavena.
Sua figlia Adriana, infatti, sposò Walter Resentera, artista bellunese con il quale Dudovich collaborò per anni, cretore del gigantesco affresco presente nella Birreria Pedavena.